Primo intervento 2015 (con poesia annessa)

Ok ok… mi sto molto dimenticando di scrivere. E ciò è cosa mooolto sbagliata. Mi impegnerò a scrivere un pelino di più. Intanto auguro a tutti i lettori BUON ANNOOOO!!! E come quasi in ogni mio intervento, inserisco una poesia. Era un po’ che non poetavo, me ne rendo conto, e scrivere mi ha fatto davvero molto bene, come sempre. E ringrazio il cielo di riuscire a sfogarmi scrivendo. Belle feste, bel tutto quanto, ma questi giorni ho avuto dei momenti un pochino giù. Niente di preoccupante, so come gestirli poi. Beh, bando alle chiacchiere (magari poi vi racconterò il mio capodanno 🙂 ). A voi la poesia ^^

Metamorfosi

Mille e mille volte ho di me narrato,

e forse altre mille e mille ne narrerò;

ho vergato di terribili mostri e fantasmi,

che nell’anima avevano nidiato.

Di questi terrificanti esseri sono rimaste scie;

scie un po’ pesanti e grigie

che ogni tanto gravitano ronzanti

attorno alla mia testa e al mio cuore.

Ma ormai quasi rido di loro –

volendo, ad un mio soffio

le potrei trasformare in farfalle,

o stelle filanti di carnevale

tutte colorate, ridenti, scherzose.

Un soffio… un solo soffio!

Il soffio magico della Volontà,

della grinta, dell’energia vitale.

L’incantato soffio di un’aurora

splendente, lucente e selvaggia.

Ma c’è un tempo per ogni cosa;

al tempo giusto farò di loro la creta –

creta creatrice di nuove forme

d’amore vero, puro, autentico;

amore per me, che tanto merito

d’essere profondamente amata.

Aggiornamento dopo troooppo tempo <.<

È davvero un sacco di tempo che non aggiorno il blog O__O povero il mio blogghino! Rimedierò subito con una poesia invernale ^^

Inverno scribacchino 

Dolcemente pungente è

questo inverno:

desta i miei sensi,

mi colma di serenità

innaffia l’anima di letizia.

Questo inverno è carta bianca

su cui scrivere un nuovo racconto;

il suo profumo luminoso

ha un gusto tutto nuovo –

il gusto d’una prossima vittoria

traboccante d’amore.

Il rosso e il nero (Non ho mai letto il romanzo di Stendhal però xD)

Ho passato un dieci giorni davvero infernali, ma adesso per fortuna posso essere serena. Ho deciso di scrivere un’ode alla vita e alla felicità… ovviamente in versi. Ah, prima di postare la poesia, aggiungo che l’ho scritta sulle note di una musica, come spesso accade: solo che l’autore lo conosco molto poco, ma mi sono subito innamorata di lui. Credo proprio che lo inserirò nel mio lettore mp3. Vi do un consiglio: provate a leggere la poesia con la musica di sottofondo.

Il rosso e il nero

In queste luci d’un pigro mattino

esplode in me la felicità –

fiume rosso che selvaggio scorre;

sanguigna arancia tutta da gustare;

veste porpora che l’anima fa sua.

Sì, finalmente in me fluisce la vita;

una vita scarlatta e autentica,

così lontana, oh, quanto lontana,

da quelle tenebre che m’angustiavano.

Le vene libere da umori neri,

ora sento il cuore sorridere

e nella mia mente s’estende

un dolcissimo silenzio –

fresco giardino ove fioriscono

vermigli fiori di creatività.

Le persone come me

Per le persone come me non è facile non avere un pensiero nella testa, un pensiero che ronza molesto e attanaglia lo spirito. Per le persone come me cercare la serenità è un impegno, è una lotta continua. Alle persone come me piacerebbe avere problemi più concreti e “normali” (per quanto astratto e soggettivo possa essere il concetto di normalità): la discussione con il ragazzo; lo stress da lavoro/studio. Ma, purtroppo, le persone come me, anche quando vivono queste situazioni “normali”, sembrano essere anche punte da altre preoccupazioni, spesso non concrete, è vero, ma che hanno l’aspetto di enormi mostri.
Eppure le persone come me sono forti. Forti perché hanno imparato come si combattono i propri mostri, e a volte, a sconfiggerli. Forti perché hanno imparato ad usare tutte le risorse del proprio cuore e della propria mente per far fronte ai propri fantasmi interiori. Queste persone hanno una forte creatività: disegnano, scrivono, ballano, cantano: lo fanno spesso da sole, perché hanno imparato ad apprezzare la dolcezza di stare con sé stesse. Le persone come me, è vero, spesso appaiono fragili. Forse in parte lo sono, come chiunque essere umano; ma hanno anche ali enormi e solide, per toccare i cieli più alti e librarsi nella piena e totale libertà. Le persone come me imparano ogni giorno di più ad amarsi; e volendosi bene in una maniera vera, amano, in modo profondo e autentico, le persone che con accuratezza hanno decretato essere buone compagne nel viaggio della vita. Nonostante questa profonda complessità, le persone come me sono essenzialmente semplici: godono del raggio di sole, si entusiasmano per il ticchettio della pioggia sulla finestra, si allietano per il sorriso di un passante.
Le persone come me sono questo e molto di più. Malgrado spesso siano assorte nei loro pensieri, non perdono il contatto con la realtà, perché sanno che, stando con i piedi ben radicati sulla terra, possono raggiungere la vera felicità.

Libertà luminosa

Ho scritto questa poesia dal signor Eric (e in treno)…non avendo l’agenda appresso mi sono dovuta adattare. Comunque mi posso dire soddisfatta☺ beh, non aggiungo altro. Lascio che sia la poesia a parlare:)

Libertà luminosa

Sento ardere in me il fuoco della vita:
le sue rosse lingue s’innalzano nell’anima
e plasmano armonie della più pura gioia,
facendo sbocciare fiori dagli iridati colori.

Questa serenità è dolcissima ambrosia:
la esploro con immenso stupore;
l’assaporo piano piano, gustandola a fondo,
temendo che finisca troppo in fretta.

Ma per stavolta non m’inquieto di ciò che sarà.
Lieta sguazzo in questo caldo piacere
che risveglia e fa vibrare i miei sensi assopiti,
troppo abituati a vedere solo false luci.

Ora, che la mia pelle vive l’autentico sole,
sento brillare veramente il mio spirito-
brilla dell’amor di sé, brilla di consapevolezza,
e tutto  ciò che sfiora risplende della sua luce.

In questa sacra libertà luminosa , vivo.
vivo e ballo e volo e scrivo e creo –
io, verdeggiante albero dalle profonde radici;
io, Albero i cui fioriti rami toccano il cielo.

Filosofeggiando

Domanda che mi è sorta spontaneamente dopo una conversazione: quanto è giusto fare progetti per il futuro (se di “giusto” si può parlare, poi)? Sognare un po’, il giusto, non è necessario, forse?
A volte, lo ammetto, questi progetti possono essere deleteri. Se io sogno troppo in là, o più che altro mi trovo a bramare ardentemente qualcosa che non ho, e mi accorgo che è davvero lontana all’attuarsi, mi prende lo sconforto. D’altra parte, a volte accade completamente il contrario: sognare qualcosa che non ho mi spinge a lavorare e a mettere in moto tutte le mie risorse, per far sì che possa ottenere, con il sudore e la fatica, ciò che mi manca.
Forse ho fatto un discorso un po’ vago, finora. Cercherò di renderlo più comprensibile. Io studio. Studio per cultura personale, senza ombra di dubbio, ma studio ad un fine: trovare lavoro. A volte, vedendo il traguardo lontaaaaaano e inaccessibile, mi intristisco; altre volte, però, il fine (ciò il lavoro) mi spinge a non demordere, a lottare, a tenere duro.
È strano. È strano questo meccanismo del sogno. Si dice che le cose capitano quando meno se te le aspetti. Forse in parte è vero. Ma se non si lotta e non ci si impegna, come possono accadere? Se si sta a braccia conserte, aspettando la manna dal cielo, come si può sperare che cambi qualcosa nella propria vita?
Il discorso sta prendendo una strana piega, me ne rendo conto ma… eccola, sta per venire (intendo la domanda che sto per porre): qual è il confine tra Destino, Fato, Divinità (o come lo si vuol chiamare) e l’agire delle persone? Forse ho sbagliato facoltà e dovevo iscrivermi a filosofia, ma non credo che lì i grandi filosofi avrebbero risolto l’amletico dubbio. La cosa paradossale è che questa domanda del destino/agire umano, e quella sul sogno, è sempre sorta parlando con la stessa persona.

Non so cosa dire. Riguardo il sogno posso affermare ciò: “ho imparato a sognare, ma con criterio”, che è un po’ come dire: “crescendo e maturando, ho imparato a mediare cuore e ragione”. A proposito del discorso sul destino, citerò il romanzo che è stato argomento di un mio intervento, ovvero “Storia d’inverno”. Ecco qui:

“Non v’è nulla di casuale, e mai vi sarà, né una lunga sequenza di perfette giornate serene che iniziano e si concludono in una penombra dorata e neppure le più apparentemente caotiche azioni politiche, la comparsa di una grande città, la struttura cristallina di una gemma che mai ha visto la luce, la ripartizione della ricchezza, l’ora in cui si alza il lattaio, la posizione dell’elettrone o il susseguirsi di un inverno sorprendentemente freddo e un altro in tutto e per tutto simile. Persino gli elettroni, che teoricamente sarebbero il termine di paragone dell’imprevedibilità , sono piccole creature docili e rispettose che si muovono alla velocità della luce, andando a collocarsi esattamente dove dovrebbero. Emettono deboli segnali sibilanti che, captati in varie combinazioni, sono gradevoli quanto il fruscio del vento tra le fronde di un bosco, e fanno esattamente quanto vien loro ordinato. Di questo, si può star certi.
Eppure, esiste una prodigiosa anarchia, in quanto è il lattaio a decidere a che ora si alzerà, il ratto a scegliere una data galleria in cui infilarsi quando il treno della metropolitana raggiunge a tutta velocità sulle rotaie da Borough Hall, e il fiocco di neve cadrà a suo piacimento. Come può essere? Se non v’è nulla di casuale, e tutto è prestabilito, come può esistere il libero arbitrio? La risposta è semplicissima. Non v’è nulla di prestabilito; tutto quanto viene stabilito sul momento, lo è stato o lo sarà. Comunque sia, tutto è accaduto all’improvviso, in meno di un attimo, e il tempo è stato inventato perché non riusciamo a cogliere con un’occhiata la tela enorme e particolareggiata che ci è stata data, sicché esploriamo, in modo lineare, pezzo per pezzo. Il tempo, tuttavia, si può facilmente superare; non già inseguendo la luce, bensì tenendosi a distanza sufficiente per vederla con uno sguardo d’insieme. L’universo è immobile e compiuto. Tutto ciò che è esistito, è; tutto ciò che esisterà, già esiste…e così via, secondo tutte le combinazioni possibili. Benché percependolo, lo immaginiamo in movimento, e incompiuto, è invece perfettamente concluso e di una bellezza stupefacente. In definitiva, o meglio, stando come stanno le cose, qualsiasi evento, per quanto piccolo, è intimamente e logicamente collegato con tutti gli altri. Tutti i fiumi corrono al mare; coloro i quali sono separati saranno riuniti.”

Non credo di dover aggiungere molto a quanto l’autore di questo romanzo ha già scritto.

Oggi mi sentivo in veste filosofica (d’altronde prendevo tra l’8 e il 10 a filosofia, alle superiori xD). Ci sentiamo presto ^^

La vacanza sulle “Liberty of the seas”

Ecco…che dire di questa vacanza? Stupenda, meravigliosa, eccezionale. Mi sono ritemprata il cuore e la mente. Certo, da una parte non mi dispiace essere ritornata a casa: respirare l’aria della propria città, rivedere i propri amici di sempre, riprendere la quotidianità è qualcosa che fa davvero bene allo spirito. Però lo ammetto: mi manca, e ancora non mi sono riabituata alla “civiltà”. Come si fa d’altronde a riabituarsi dopo sette notti e otto giorni di puro relax e divertimento?

Comunque, mi toccherà farlo per forza, ho impressione (anche perché la prossima settimana è piena di impegni, tra esami e ripetizioni a ragazzini). Però, archiviata la parentesi “oddio-come-faccio-a-riabituarmi”, credo sia il caso di fare un piccolo resoconto.

La crociera era della Royal Caribbean, la nave la “Liberty of the Seas” (è pubblicità occulta? Boh!)…una cosa come 14 piani di nave, idromassaggio sospeso con le vetrate che davano sull’esterno, e quindi, se ti affacciavi mentre stavi a mollo nell’acqua calda, vedevi i paesaggi per i quali la nave passava. E poi cibo a volontà (non so quanti chili ho preso, e non ci tengo a pesarmi per il momento, sinceramente), pista di pattinaggio, spettacoli straordinari. Sono venuti i ballerini sul ghiaccio, degli artisti davvero eccezionali; c’era l’illusionista, che ha fatto anche le ombre cinesi (più belle dei giochi di prestigio); poi il cantante che ha doppiato non mi ricordo quale personaggio nel Musical di “Notre dame de Paris” (l’ultimo, che è un film-musical). Era una città. Una città dove potevi davvero fare quello che vuoi: c’era la biblioteca, le piscine, la promenade con i negozi (sia di cibo che no… e tra quelli di cibo ce n’era uno, “Sorrento’s”, che era aperto anche la notte. Avevi voglia di spiluccare qualcosa alle quattro di notte? No problem! Sorrento’s era aperto!).

Di solito la giornata si svolgeva così: ci si alzavamo presto (nel senso che per essere in vacanza, è presto), verso le 8, si andava a fare colazione (e vi giuro, c’era tutto quello che desideravi: dolce, salato, zuppe, frutta, verdura, nutella, cornettini, tè, latte…TUTTO!), e poi si andava verso le piscine. Lì c’erano essenzialmente due zone (enormi): una più rumorosa, con uno schermo gigante e musica (spesso dal vivo); un’altra, il solarium, più calma… e lì ci si prendeva le sdraio, e ci si rilassava. Poi, quando era stata smaltita l’abbondante colazione, ci si tuffava nell’idromassaggio… un’esperienza davvero sensazionale *___*. E così passava la mattinata. Arrivava ora di pranzo, e si andava a mangiare. Dal pomeriggio in poi iniziavano gli spettacoli… insomma, non c’era tempo di annoiarsi. E poi… vogliamo mettere che c’erano i personaggi della Dreamworks? Ho fatto la foto con re Julien, e poi con Alex il leone, e con Gloria (Shrek e Fiona mi sono sfuggiti!).

Poi però la nave attraccava. E lì potevi scendere. I porti in cui ha attraccato sono stati (in ordine, dopo la partenza da Civitavecchia): Napoli, Barcellona, Marsiglia, Nizza, La Spezia. Siamo scesi a Barcellona, Marsiglia e Nizza (e da Nizza siamo andati a Monaco e Montecarlo… ma una cosa alla volta). Si poteva scegliere se scendere da soli o fare un’escursione organizzata (che però aveva un costo a sé). Da soli siamo scesi a Barcellona (dove io ero già stata, e, come la prima volta, non è che mi abbia entusiasmato), mentre a Marsiglia e a Nizza –Villafranca siamo scesi con il tour. Mi sono letteralmente innamorata di Marsiglia, è una città bellissima, tant’è che credo proprio che ci ritornerò, e mi girerò per bene la Provenza.

Descrivere bene nei dettagli quello che si è visto è davvero difficile: spero di riuscire a mettere qualche foto appena avrò la possibilità (ci vuole un sacco di tempo, ahimé). Ho visto la Sagrada Familia di Gaudì e il Museo di Picasso a Barcellona (che per trovarlo è stata un’avventura! Manco mezza indicazione!); ho visto Notre Dame de la Garde a Marsiglia, e passeggiato per le stradine di questa bellissima città; ho potuto vedere la tomba della principessa Grace di Monaco, nonché il casinò di Montecarlo (e una fiat 500 firmata Gucci xD).  Sono davvero felice, e devo ringraziare di tutto cuore chi mi ha convinta a fare questa bellissima esperienza della crociera (vedete, avevo molti pregiudizi: pensavo fosse per ricchi e vecchi. Invece è per gente normalissima, perché i prezzi sono molto accessibili. Infatti è piena di giovani e famiglie J )

Penso di aver detto più o meno tutto. Come dicevo, spero di riuscire a caricare al più presto qualche fotina ^__^

Un abbraccio e al prossimo intervento ^^

La crociera mi attende u__u

Bene. Dopodomani, a quest’ora, mi troverò su una nave figherrima in crociera attraverso il Mediterraneo occidentale. Missione valigia: praticamente conclusa. Domani mi occuperò di riempirla con le ultime cose. Non vedo l’ora, sinceramente! Dopo aver visto tutto i miei amici partire, andare ovunque, un po’ lì e un po’ là, vedere post su faccialibro di gente che stava ad Honolulu o Timbuctù, finalmente tocca anche a me. Certo, dopo mi aspettano esami, studio eccetera. Ma ora penso proprio di meritarmi il sano riposo. Staccare la spina è un diritto sacrosanto di tutti.
Ah, notizia che non c’entra nulla con il viaggio, ma che m’è venuta in mente e che quindi la scrivo: ieri ho rimorchiato un tizio che aveva minimo settanta anni. La cosa non si commenta, ho ricevuto anche un baciamano. E giuro, con tutto il cuore, che avrei voluto avere in borsa amuchina e candeggina per disinfettarmi xD Che schifo! Ma la cosa più schifosa è che mi aveva scambiato per una che aveva appena iniziato l’università, quindi una diciannovenne. Trovo la cosa ancora più repellente, sinceramente.

Mah, non ci voglio pensare va. Ora penso solo alla mia amata crociera. Speriamo che vada tutto bene. Non credo che riuscirò ad aggiornare il blog in questa settimana, perciò

BYE BYE GENTE *__*!!!

Quando si finisce di leggere un libro…

E adesso che l’ho finito? Voglio dire, adesso che ho finito un libro di 840 pagine, letto nei ritagli di tempo ma sempre con passione, un libro che mi ha emozionato, come farò? “Storia d’inverno” mi ha letteralmente rapita, trascinata in un vortice di emozioni e sensazioni profonde e meravigliose. Era da tanto che non mi capitava con un libro qualcosa del genere. E ieri, quando ho letto l’ultima parola, avevo la lacrimuccia agli occhi. Possibile? Sì, certo che è possibile. Mark Helprin, l’autore, si insinua, attraverso parole usate in maniera magistrale, nel cuore, e lo tocca profondamente.
E ora, ora che l’incanto di mesi è terminato? Letto sul treno, sull’autobus, prima di andare a dormire… mi ha tenuto compagnia come un fedele amico nei momenti di sconforto. Mi direte che forse sono esagerata, che esaspero la situazione, che è solo un libro. Ma un buon libro è qualcosa di più di lettere stampate su carta. È capace di emozionare, rendere felici ed alleviare i momenti di sconforto. Adesso è come se dovessi lasciar andare questo amico, come se fosse partito. Magari lo rincontrerò in un futuro, se deciderò di leggerlo, ma non sarà la stessa cosa.
Dunque dunque… ho nuovi libri pronti per la lettura. Ho “Il grande Gatsby” di Fitzgerald o “ Uno, nessuno, centomila” di Pirandello. Ho “Marina bellezza” di Silvia Avalone… e un altro paio di libri che aspettano trepidanti di essere letti. Ma, ahimè, nessuno potrà restituirmi l’emozione di sfogliare la pagina successiva per scoprire cosa sta per accadere di “Storia d’inverno”. Mi resta solo una cosa da fare: vedere la rispettiva trasposizione cinematografica, anche se so che resterò enormemente delusa.
Grazie per le belle sensazioni che mi hai dato con il tuo libro, caro Mark.

Vedremo dove mi porterà il cuore per la scelta di un nuovo romanzo. (Ps tra una settimana finalmente parto per le mie agognate vacanze… quindi deve essere una scelta attenta e accurata. Il libro che si porta appresso durante le vacanze è importante. Speriamo bene!)